Gen23
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Nov29
Karma cafe: decisamente ci meritiamo tutto questo!
Nelly, bellissima, sorridente, Venere color cioccolato, proponeva i piatti dalla sua Costa d’Avorio nel tranquillo localino dietro casa mia. La giornata intera passata a cucinare da sola sul retro, con il sottofondo di Radio Popolare, si interrompeva solo per servire ai banconi da take away, sotto l’ipnotico inseguirsi di bianco e nero dell’arazzo “l’occhio della strega”, il suo cus cus con le verdure, lo spezzatino di manzo e zucca, i gamberoni speziati… Con Nelly ho capito che cosa significa cucinare e che cosa significa mangiare, tanto che spesso andavo a trovarla da sola per poter gustare i suoi piattini in mistico silenzio interiore e ad occhi chiusi.
All’improvviso, un giorno di qualche tempo fa, passando davanti ai tre gradini del suo negozio, mia figlia ad io abbiamo trovato un cartello e abbiamo letteralmente pianto: “Eravate in molti, ma non abbastanza. L’avventura di Le Canary per ora finisce qui. Grazie a tutti“.
Oh Nelly, con la tua calma, con l’arrotata erre francese della tua pronuncia e i colori accesi e contrastanti che inaspettatamente accoglievano sulla soglia del tuo Le Canary, dove sei?
Perché il nostro Karma ci infligge ora, al posto tuo, la pizza al trancio, le patatine coperte di ketchup e gli squallidi hot dog di un locale giallo e rosso simil-Mac Donald’s la cui insegna untuosamente recita “Il Mangione”?! Perché il mito dell’abbondanza sul quale abbiamo costruito la nostra idea di vivere civile continua a vincere sull’amore, sulla qualità e sul tempo dedicato? Non l’abbiamo ancora capito che il troppo non porta da nessuna parte, che il troppo non solo ingrassa, ma consuma e spreca e non da niente in cambio, se non una panza bella piena e un cervello bello vuoto?!
Continuiamo così: buon Alka-seltzer a tutti!
Giu15
Let’s Get Paranoid: Taboo for You!!
Se mi presentano una valigia piena zeppa di soldi e mi dicono che posso prendere tutti i bigliettoni che voglio entro pochi minuti perché poi il tesoro sparisce, è chiaro che cercherò di arraffare il più possibile.
Se invece mi dicono che quella valigia non solo rimarrà per sempre, ma, per quanti euro io prelevi, sarà sempre piena zeppa, è assai probabile che non mi comporterò con ingordigia, anzi forse agirò persino con oculatezza, prelevando solo in modo commisurato ai miei reali bisogni.
La metafora è chiara: se prevedo penuria, faccio scorte alimentari (l’abbuffata); se invece sono certa che non mi mancherà mai niente, riesco ad ascoltare i messaggi del mio corpo. Nel secondo caso sicuramente mangio meno e in modo più sano ed equilibrato! Di conseguenza nel lungo periodo riesco a mantenere la forma fisica o persino a perdere peso, se il mio organismo ne ha bisogno.
La prima cosa sbagliata che fa una dieta, infatti, è elencare una serie di tabu (di solito grassi e carboidrati). Questi diventano così i cibi verso i quali ci rivolgiamo in tutti quei momenti extra-dieta nei quali ci sentiamo liberi dalla costrizione del regime alimentare. Che cosa succede allora? Mangiamo oltre le nostre necessità e riprendiamo i chili persi per poi dover tornare alla dieta per porvi rimedio.
Oltre al peso psicologico che questo meccanismo innesca, anche dal punto di vista dell’organismo e del dimagrimento è ormai noto che, non solo non funziona, ma che è anche controproducente. Si tratta dell’effetto yo-yo, noto anche come “ciclicità del peso”. Il processo così definito ha inizio con una dieta ipocalorica che, nel breve periodo, consente di conseguire una perdita di peso corporeo, ma che non è efficace nel mantenimento della perdita di peso nel lungo periodo. Questo anche perchè l’aumento di peso dopo un regime dietetico tende ad andare a carico della sola massa grassa, modificando il rapporto tra massa magra (muscoli) e massa grassa a favore di quest’ultima. Ne consegue quindi un guadagno di chili extra (tutto tratto da Wikipedia).
Ecco perchè il mondo occidentale è pieno di persone a dieta, che conoscono in teoria l’abc di un’alimentazione sana, ma che sono perennemente in sovrappeso.
Allora forse è proprio il caso di buttare nella spazzatura non i cibi tabu che abbiamo nella dispensa, bensì le teorie scientifiche con le quali hanno riempito pagine e pagine di giornali, riviste e rotocalchi, con le quali hanno rimpolpato vacui palinsesti televisivi negli ultimi 50 anni e con le quali stanno adesso invadendo il web.
Buttiamo tutta la teoria accademica e torniamo alla pratica, ovvero all’ascolto attento delle nostre sensazioni fisiche, emozioni, bisogni e preferenze.
Connettiamoci con noi stessi, invece che essere perennemente in rete.
Non e’ facile, ma è l’unico modo che abbiamo per diventare farfalla e non semplicemente un bruco più magro!!!
Se ti interessa l’argomento leggi tutti i miei post nella categoria “alimentazione”.
Giu14